I dipendenti lavorano da casa: WordPress vende la sede

A che cosa serve un ufficio se non viene utilizzato? E’ quello che si è chiesto la società WordPress, pronta a mettere in vendita gli spazi in suo possesso che vengono considerati non sfruttati. I dipendenti ormai non si presentano quasi mai al lavoro, poiché la maggioranza lavora in remoto, ovvero da dove si preferisce, che sia casa o un luogo luopubblicoghi. E con sempre meno persone pronte a entrare al 140 di Hawthorne street, a South Beach, una decisione doveva essere presa!

Il caso WordPress

 Se Facebook, da parte sua, si prepara ad aprire il suo primo ufficio nella città di San Francisco, la società di WordPress ha vissuto la vicenda opposta. L’ex magazzino è ora disponibile sul mercato in seguito alla scelta del Ceo del popolare software, Matt Mullenweg. L’ufficio era stato aperto sette anni fa, ma nel tempo è stato usato sempre meno da programmatori e dipendenti.

“Ci vanno in cinque ed è grande 1.400 metri quadrati”, ha commentato Mullenweg spiegando la sua scelta.

Una scelta che non sembra però preoccupare nessuno, anzi: del resto era stata la stessa azienda a permettere ai suoi dipendenti di poter svolgere il lavoro da casa, sostenendo così l’attività del “remote working”. Fin dall’inizio più che un vero ufficio o una struttura ufficiale dell’azienda veniva considerata come un punto di coworking aperto a San Francisco. Al contrario però resteranno disponibili le sedi di Città del Capo, in Sudafrica, e Portland che si trova nel Maine. La società di WordPress, Automattic, aveva sempre permesso ai suoi dipendenti di ottenere un rimborso di 250 dollari al mese per pagarsi la postazione all’interno di altri eventuali spazi di coworking. Massima libertà quindi per i suoi lavorati, pur di garantire loro tutto il necessario per lavorare in serenità.

Altri casi passati che ricordano quello di Automattic

Quella di WordPress è una realtà davvero particolare se la mettiamo in relazione a quanto accaduto nel 2013 a Yahoo. Ai tempi l’ex Ceo Marissa Mayer chiede si suoi dipendenti di farsi vedere più spesso proprio negli spazi dell’azienda e negli uffici. Un altro caso recente è quello di Ibm che ha deciso di tornare sui suoi passi, almeno in terra statunitense.

La Elastic invece, non possedendo un quartier generale in “carne e ossa”, gestisce i propri dipendenti (che sono 500 totali sparsi in giro per il mondo) attraverso canali video e viaggi.

Lavorare da remoto è, soprattutto in America, una delle realtà più praticate e seguite.

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